IL COMUNISMO E' UNA DITTATURA?
Marx è infatti
convinto che le idee, da sole, non siano in grado di mutare la realtà:
viceversa, si tratta di cambiare la realtà per far mutare le idee, giacchè esse
sono un prodotto della realtà stessa ( “ non è la
coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza ”); e una
volta cambiato l’assetto della realtà attraverso la rivoluzione, e dunque
instaurato dittatorialmente il regime comunista, muteranno necessariamente
anche le idee dominanti, proprio perché esse “ non sono altro
che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti
materiali dominanti presi come idee ”. Le nuove idee dominanti
verranno così ad adattarsi alla nuova realtà storica: nel momento in cui nelle
coscienze regnerà l’ideologia comunista e sarà stata abbattuta la divisione in
classi degli uomini (e lo sfruttamento che la caratterizza), allora anche lo
Stato perderà di significato e dovrà inevitabilmente estinguersi; esso,
infatti, altro non è se non lo strumento con cui, nella storia, una classe ha
di volta in volta dominato le altre ed è naturale che con l’abolizione delle
classi scompaia anche lo strumento mediante il quale esse si dominano a vicenda.
Venute meno le classi e, con esse, lo Stato, cesserà di esistere anche la
dittatura del proletariato sulle altre classi, proprio in virtù del fatto che
non ci saranno altre classi: si esce così dalla fase di dittatura del proletariato
per passare a quella ultimale di anarchia, vero obiettivo del comunismo.
Altra considerazione, rivolta in
particolar modo a tutti quelli che inorridiscono di fronte al comunismo per il
suo carattere dittatoriale: ogni forma di governo, anche se può sembrar strano,
è una dittatura di una classe sulle altre, giacchè lo Stato è sempre, come
abbiamo detto, lo strumento di cui una determinata classe si serve per
reprimere gli appetiti delle altre e per esprimere la propria egemonia. Per ciò
dittature sono il fascismo, il nazismo, il comunismo (nella sua fase di
“dittatura del proletariato”) ma anche la repubblica democratica, intesa come
forma di tirannide ordita dalla borghesia a discapito di tutti gli altri ceti;
a questo punto si obietterà che, nell’ambito della repubblica democratica,
ciascuno è libero ed uguale di fronte alla legge. A queste obiezioni si può,
molto semplicemente, rispondere che non ci sarà mai una reale uguaglianza
giuridica e politica finchè non vi sarà anche l’uguaglianza sociale.
Nella repubblica democratica,
infatti, la disuguaglianza tra il lavoratore e il datore di lavoro non sussiste
solo malgrado l’esistenza della libertà giuridica, ma, anzi, sussiste in virtù
di essa, che consente al datore di lavoro di sfruttare i suoi operai. E’ vero
che l’operaio è libero (e non costretto da sanzioni giuridiche) a vendere la
propria forza-lavoro, ma se non la vendesse che cosa farebbe? Morirebbe di
fame. L’operaio è dunque libero di scegliere il padrone che lo sfrutterà, è
libero di non lavorare, cioè di morir di fame, è libero di lavorare 12 ore al
giorno, cioè libero di morir di fatica. Allo stesso modo, di fronte alla legge,
l’operaio e il capitalista sono uguali solo formalmente: il capitalista che
vanta la possibilità di avvalersi dell’avvocato più costoso trionferà sempre e
comunque sull’operaio che si vede costretto dalle ristrettezze economiche a
schierare un avvocato d’ufficio. Se ne evince che la libertà della repubblica
democratica e liberale, tanto acclamata, è solo fittizia: ma, nonostante ciò,
non si tratta di aggiungere all’uguaglianza politica e giuridica quella
sociale, come credono alcune frange socialiste. Al contrario, per via delle
contraddizioni eclatanti affiorate dalle prime due forme di “libertà”, si
tratta di abbattere con le armi la repubblica democratica e liberale, perché
infetta da ferite insanabili, e sostituirla con la dittatura del proletariato,
caratterizzata dalla spiccata uguaglianza sociale. Per ricorrere ad un’immagine
alquanto efficace, occorre abbattere l’edificio della repubblica democratica,
poggiante su fondamenta instabili, per costruirne uno nuovo: quello comunista.
Si può poi far notare che il comunismo, nella sua fase transitoria di
dittatura, è sì una dittatura, ma è una dittatura democratica, perché
instaurata dalla stragrande maggioranza degli uomini a vantaggio della
stragrande maggioranza degli uomini. E si differenzia dalle altre dittature
(tipo quella nazista e fascista) non solo perché è temporanea, ma anche per gli
obiettivi a cui aspira: si propone infatti di liberare l’uomo dalle catene
della servitù e dello sfruttamento; e come di una cura medica si è soliti
guardare non tanto alle modalità, quanto piuttosto ai risultati, allo stesso
modo è bene non guardare alle modalità con cui il comunismo si realizza, ma ai
risultati cui esso conduce. E nel nostro caso, la posta in palio, ovvero la
libertà reale del genere umano e il debellamento di ogni forma di schiavitù, è
così alta da meritare di essere ottenuta con qualsiasi terapia, anche con le armi.
E che si arrivi alla rivoluzione non dipende tanto dalla volontà delle classi
subalterne, sfruttate all’esasperazione, quanto piuttosto dalle stesse
condizioni generate dal sistema capitalistico.
ottima; già il titolo stesso è esaustivo
RispondiEliminaGrazie! Spero tu non abbia letto solo il titolo, però =D Anche perché penso che il post dia una risposta davvero singolare!!
RispondiEliminaah ah ah nooooo, non mi sono fermato al titolo :P
RispondiEliminail titolo da una idea di come sia stato visto il "comunismo" dagli occhi normali...
solo che era (dico era perchè per me è sparito) un cammino molto lungo ed è stato visto in modo diverso, come cita il titolo.
ma il pensiero di Marx è troppo avanti ;)
Sisi, scherzavo =D
RispondiEliminaCmq secondo me non è completamente sparito, almeno non del tutto! Anzi adesso più che mai, con questa situazione oggettiva di crisi del capitalismo, ci sono i presupposti ideali... Ma non ti voglio anticipare nulla :) ...Ne parlerò più dettagliatamente nei prossimi post, se ti va di leggerli :)
sicuramente ;)
RispondiEliminaciao Iris
RispondiEliminapiacere di conoscerti.
Mi sono iscritta anch'io tra i tuoi sostenitori.
Buon sabato
Lu
Grazie, è davvero un piacere averti qui :)
RispondiEliminaBacio