Mettete giù le penne, spegnete la tv o la radio, posate i libri, abbassate la musica... Fermatevi un attimo e prestate attenzione!
Toglierà solo mezz'ora del vostro tempo, ma posso assicurarvi che ne varrà la pena!
Followers, non followers, amanti del mio blog e non, mi rivolgo a chiunque passi di qui... Non so se siete a conoscenza o se avete sentito parlare di KONY 2012; ammetto che personalmente prima di oggi, prima di imbattermi in questo video ne ero all'oscuro, ma sono felice di averci dedicato questa mezz'oretta!
Quindi vi chiedo solo di fare come me: guardate il video e, dopo averlo ascoltato per bene, assimilato ogni parola ed ogni scena, usate il potere della rete per diffonderlo il più possibile! Usate i blog, i vostri siti o forum, twitter, lo stesso youtube e ,invece di condividere i soliti inutili link su facebook, usate questo famosissimo social network per condividere qualcosa di importante e poco conosciuto... Fate si che tutti, da qualunque parte del mondo, abbiano la possibilità di sapere, conoscere! Aiutate ad eliminare quelle due insignificanti lettere dalla parola "IN-VISIBILE"!!!
Giuro che non ho il coraggio di guardare la data del mio ultimo post! Non ho idea di cosa mi sia successo, ma, lo so, non mi faccio viva da un po', giusto per usare un eufemismo (ah, giusto, abbiamo detto che non vogliamo conoscere quando è stata l'ultima volta che ho aggiornato il mio blog, questo povero e abbandonato blog! Menomale per voi, miei fedeli followers, che gli avete tenuto compagnia per tutto questo tempo... Non come quella disgraziata della proprietaria! Se la conoscessi gliene direi quattro tanto per cominciare =D) Ok, forse ho iniziato con il piede sbagliato... Prima di tutto vorrei fare le mie più sentite scuse al mio blog e a voi, cari followers! Non so spiegarmi esattamente il motivo della mia lunga assenza... Sarà stato il poco tempo, il brutto periodo, gli impegni, la pigrizia, i tanti pensieri o le poche idee??? Non posso dirlo con sicurezza, ma credo che possiamo dare il giusto merito ad ognuna di queste diverse motivazioni! Devo ammettere però, che non sono stata poi così assente... A volte aprivo il mio blog con la voglia di scrivere, ma finivo sempre per sbirciare i vostri post nella speranza di trovare qualche ispirazione, qualche spunto che mi desse la spinta che cercavo! Ma poi spegnevo il computer rassegnata; nulla da fare, nessuna idea... Non so quante volte avrò ripetuto questa operazione senza risultati, ho perso il conto! COSA MI SIA PRESO??? E chi lo sa... Se esiste un blocco dello scrittore anche per quegli pseudi scrittori non effettivamente tali, allora avevo quello! Beh, però, un passetto avanti credo di averlo fatto se in questo momento mi trovate qui a scrivere e condividere qualcosa con voi, anche se quel qualcosa è principalmente composto da un insieme di riflessioni, dubbi e scuse sbiascicate qua e là... Dai un minimo sforzo lo sto facendo, è già un buon segno... Per me soprattutto, che iniziavo a perdere le speranze!
Ciò che rivela delle
contraddizioni a cui non è possibile far fronte e che non può in alcun modo
essere salvato, va abbattuto, proprio come un corpo agonizzante privo di ogni
speranza di salvezza. E come nel caso di una costruzione vacillante, non solo
si ha la certezza matematica che cadrà, ma ci si deve anche adoperare affinchè
crolli al più presto, in modo tale da sostituirla con un edificio solido e
dalle fondamenta stabili. Così si presenta oggi il capitalismo agli occhi dei
comunisti: come un edificio pericolante che non deve essere aggiustato (perché
ha troppe contraddizioni) ma abbattuto, in modo tale da accelerare la sua
caduta. Quali sono, dunque, le contraddizioni che viziano il sistema
capitalistico? Marx ne individua parecchie, prima fra tutte la concorrenza. Il
capitalismo, come è noto a tutti, si fonda sull’idea concorrenziale secondo cui
ciascuno gode della possibilità di inserirsi sul mercato, di contrattare in
assoluta libertà e di vincere la concorrenza tenendo i prezzi più bassi o
offrendo merci più pregiate. E tuttavia, se letta in trasparenza, la storia
insegna che la concorrenza stessa, per sua inclinazione naturale, tende a
ridursi sempre più, fino a sfociare nell’oligopolio o, nel peggiore dei casi,
nel monopolio. Questo avviene grazie ad accordi, a truffe, a raggiri che
portano all’eliminazione delle parti deboli e all’affermarsi sempre maggiore
delle grandi aziende, che si accordano tra loro per rimuovere dal mercato i
concorrenti. Ne consegue che, paradossalmente, vien meno la concorrenza,
ossigeno del capitalismo: per un assurdo meccanismo, la logica capitalistica,
imperniata appunto sul sistema concorrenziale, nega se stessa, capovolgendosi in
oligopolismo, ovvero negazione della concorrenza. Alla domanda “dove porta la
concorrenza?” si può tranquillamente rispondere: alla negazione della
concorrenza. Un’altra insuperabile contraddizione che inquina il sistema
capitalistico consiste nel fatto che, a partire dalla nascita delle industrie
con l’avvento della rivoluzione industriale, il lavoro in fabbrica è diventato
sempre più, con il passare degli anni, cooperativistico, mentre il frutto di
tale lavoro è diventato in misura via via crescente proprietà privatistica:
come a dire che, nel sistema capitalistico, sono sempre in di più a produrre,
attraverso forme di collaborazione, ma il frutto di tale lavoro è appannaggio
di sempre meno individui privilegiati. Ciò implica che si apra sempre più la forbice
tra modo di produzione e distribuzione della ricchezza: Marx dice testualmente,
nel “Manifesto del partito comunista, che nella società capitalistica, man mano
che passa il tempo, “chi lavora non guadagna e chi guadagna non lavora”, e questa contraddizione lampante dovrà
portare, nella prospettiva marxista, all’abbattimento del sistema
capitalistico, rigurgitante di una miriade di errori. Spostiamo ora la nostra
attenzione su come vivono gli operai il capitalismo:
In uno dei miei momenti di incontrollabile nostalgia, in cui mi faccio trasportare dai tanti ricordi che riaffiorano alla mente, eccone uno che mi colpisce più di tutti e, come una lampadina, si accende nella soffice nuvoletta apparsa proprio sopra la mia testolina (Ebbene si, immaginarmi come in un cartone o, meglio, in un fumetto con nuvoletta annessa rende abbastanza bene l'idea!)...
Con passo frenetico mi dirigo in camera mia, corro verso la libreria ed eccola lì:
la dimenticata scatola dei ricordi, rigorosamente viola!
Dopo averla osservata a lungo, finalmente mi decido e la tiro fuori da quel polveroso scaffale... E sotto qualche pacchetto di sigarette limited ediction (una delle tante collezioni lasciate a marcire, finite già prima di averle cominciate!!), foto di me da bambina e altre scartoffie varie, riesco ad intravedere qualcosa di giallo e familiare:
IL MIO VECCHIO DIARIO SEGRETO!
Questa mattina mi sono alzata, come ogni domenica, felice e spensierata... Quando un nuovo messaggio al cellulare: " Hai sentito che è morto Simoncelli?? :( ", lentamente sbiadisce quel sorriso che avevo stampato in viso, fino a spegnerlo completamente... Rimango un abbondante minuto immobile e fissare il cellulare, ancora non riuscivo a realizzare, a credere a quelle parole: "Ma no, non è possibile... avrò ancora la vista annebbiata dal sonno, avrò sicuramente letto male!!" Corro ad accendere la tv e la notizia mi balza subito agli occhi:
TRAGEDIA NEL GP DELLA MALESIA: MUORE MARCO SIMONCELLI!!
e senza neanche avere il tempo di rendermi conto della veridicità di quella frase, ecco che parte il video dell'incidente così crudo e brutale da lasciarmi senza parole; gli occhi sbarrati e la sola forza di portarmi una mano alla bocca, mentre una piccola lacrima scende calma sul mio viso... QUESTA LACRIMA E' PER TE, MARCO... TI RICORDERO' SEMPRE PER LA TUA SIMPATIA E LA VOGLIA DI VIVERE UN SOGNO, QUEL SOGNO CHE TI HA PORTATO VIA TROPPO PRESTO!! AVREI VOLUTO VEDERTI SORRIDERE ANCORA...
"Non hai paura di ammazzarti se fai un incidente?"
"No. Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera."
Che diritto possono
arrogarsi i comunisti di abolire la proprietà privata? Tutto risulta più chiaro
se ci chiediamo preventivamente: che diritto si ha di avere una proprietà
privata? In base a quale norma si può dire che una cosa è nostra e solo nostra,
precludendola a tutti gli altri uomini? Quale è il diritto che sta alla base e
legittima l’appropriarsi di terre, di frutti e, in ultima analisi, dei mezzi di
produzione? Marx fa notare, in un passo de “L’ideologia tedesca”, che “l’economia politica parte dal fatto della proprietà
privata. Non ce la spiega.” Ciò significa che la proprietà è sempre stata
considerata alla stregua di un postulato, ovvero la si è sempre accettata
acriticamente, come un qualcosa che non necessita di spiegazioni. Proprio come
la religione poggia sul postulato dell’esistenza di Dio, così l’economia si è,
da sempre, fondata sul postulato della legittimità della proprietà privata e,
in modo analogo alla religione, il postulato costitutivo su cui poggia è sempre
più andato circondandosi di un alone mistico e solenne , a tal punto che nella
società borghese vigente non vi è alcun reato più sacrilego che mettere in
discussione la proprietà privata. Se tuttavia conduciamo un’analisi storica,
non possiamo non pervenire allo sconcertante risultato che la proprietà privata
nasce come vero e proprio furto con cui ci si appropria indebitamente di ciò
che in origine era un bene collettivo, ovvero non era di nessuno o, se
preferiamo, era di tutti.
Avete presente il fatidico momento in cui conoscete qualcuno, vi presentate, gli stringete la mano e.......... categoricamente non vi ricordate il suo nome??? A me capita sempre, sistematicamente! La cosa più assurda è che non me lo ricordo già dallo stesso istante in cui me lo dice!! Proprio perché in quel momento faccio caso a tutto tranne che all'unica cosa a cui dovrei prestare attenzione: IL SUO NOME!! Chissà perché, per qualche strano motivo, sto pensando a tutt'altro... automaticamente mi passano per la testa le cose più assurde: dal modo migliore in cui dovrei stringergli la mano all'espressione che il mio viso dovrebbe avere (meglio un sorriso amichevole o un viso serio, inespressivo??) Poi passo ad osservarlo bene, a squadrarlo dalla testa ai piedi, ma non con senso di superiorità... anzi! Cerco di capire più cose possibili, spero di inquadrarlo bene solo vedendo il modo in cui si veste... Ma quasi sempre senza molti risultati, senza farmi un'idea chiara o, peggio ancora, sbagliata! Tutto questo avviene in pochissimo tempo, questione di secondi, solo il tempo di stringergli la mano e dirgli il mio nome!! E subito dopo, quando mi rendo conto di non aver per niente capito il suo, scatta la prevedibile frase sussurrata all'amica: "MA COME HA DETTO DI CHIAMARSI??" e l'altrettanto scontata risposta della tua amica: "BOH, NON ME LO RICORDO PROPRIO!!"
“Infiltrare
il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i
negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di
che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà
sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare
i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale.“ F. Cossiga.
Sabato, 15 Ottobre: l-DAY, giorno in cui
tutti gli indignados del mondo sono scesi nelle piazze a manifestare contro le
banche, la crisi economica globale e i governi nazionali. 951 città
protagoniste di varie manifestazioni: milioni di donne, uomini, anziani e
bambini in corteo a manifestare la propria indignazione. Una sola la città
messa a ferro e fuoco da qualche
centinaio di temibilissimi Black Bloc: Roma. Il Sindaco Alemanno ha parlato di 3.500-4000 Black Bloc, sarà vero?? Una
cosa è certa, da questa foto non se ne vedono più di 200!
Ma chi sono questi
temibili Black Bloc?
In questi anni dopo averli visti in azione in varie
manifestazioni posso affermare che i Black Bloc sono una sorta di super uomini,
con super poteri degni della miglior produzione Marvel. Compaiono dal nulla, distruggono tutto, svaniscono nel
nulla e soprattutto non si fanno mai arrestare. Come facciano ad essere così
organizzati e militarmente addestrati resta un mistero. Come facciano ad avere
tanta libertà d’azione rimane nel dubbio. Certo è che, leggendo le parole
dell’ex Presidente della Repubblica Cossiga, emergono parecchie
riflessioni. E non mi importa di essere
tacciato di complottismo paranoico! L’infiltrazione di agenti di pubblica
sicurezza all’interno dei cortei per fomentare la violenza è una componente storica
risalente agli anni 70, le parole di
Cossiga che suggeriscono a Maroni di adottare la sua strategia sono vere, sono
reali, non è roba da complottisti. Che
ieri siano stati o no agenti infiltrati lo sapremo forse tra trent’anni, ma una
cosa è certa: hanno avuto la libertà di agire. Per l’ennesima volta in questo
paese un gruppo di poche centinaia di persone è riuscito ad annullare una
manifestazione di 150.000 forse 200.000 persone con intenzioni pacifiche, che
volevano manifestare per ottenere risposte serie su questioni di importanza
vitale come la riforma
del mercato del lavoro e della previdenza, contrasto alla disoccupazione
giovanile, lotta all’evasione ed equità fiscale. Per l’ennesima volta quel 1% ha contato più del 99%. Risultato?? Tg e
salotti televisivi impegnati per ore a raccontare a padri di
famiglia intimoriti e massaie suggestionabili l’orrore continuato degli
indignados violenti,componenti del Governo che oggi si esprimono
solo sulla barbara violenza della manifestazione senza soffermarsi sui punti
focali della stessa, senza dare risposta agli Italiani e soprattutto sollevati
dall’imbarazzante situazione di dover ammettere la loro incapacità a governare
un paese. Il tutto si è risolto con i soliti commenti da copione: “ Condanniamo fermamente la violenza e
ringraziamo le forze dell’ordine per il lavoro svolto”. Io non so chi erano
quelli di ieri, però so di certo che ieri sera lì, nel Palazzo del Potere più
di qualcuno ha tirato un bel sospiro di sollievo.
Marx è infatti
convinto che le idee, da sole, non siano in grado di mutare la realtà:
viceversa, si tratta di cambiare la realtà per far mutare le idee, giacchè esse
sono un prodotto della realtà stessa ( “non è la
coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza”); e una
volta cambiato l’assetto della realtà attraverso la rivoluzione, e dunque
instaurato dittatorialmente il regime comunista, muteranno necessariamente
anche le idee dominanti, proprio perché esse “non sono altro
che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti
materiali dominanti presi come idee”.Le nuove idee dominanti
verranno così ad adattarsi alla nuova realtà storica: nel momento in cui nelle
coscienze regnerà l’ideologia comunista e sarà stata abbattuta la divisione in
classi degli uomini (e lo sfruttamento che la caratterizza), allora anche lo
Stato perderà di significato e dovrà inevitabilmente estinguersi; esso,
infatti, altro non è se non lo strumento con cui, nella storia, una classe ha
di volta in volta dominato le altre ed è naturale che con l’abolizione delle
classi scompaia anche lo strumento mediante il quale esse si dominano a vicenda.Venute meno le classi e, con esse, lo Stato, cesserà di esistere anche la
dittatura del proletariato sulle altre classi, proprio in virtù del fatto che
non ci saranno altre classi:si esce così dalla fase di dittatura del proletariato
per passare a quella ultimale di anarchia, vero obiettivo del comunismo.
Altra considerazione, rivolta in
particolar modo a tutti quelli che inorridiscono di fronte al comunismo per il
suo carattere dittatoriale:ogni forma di governo, anche se può sembrar strano,
è una dittatura di una classe sulle altre, giacchè lo Stato è sempre, come
abbiamo detto, lo strumento di cui una determinata classe si serve per
reprimere gli appetiti delle altre e per esprimere la propria egemonia. Per ciò
dittature sono il fascismo, il nazismo, il comunismo (nella sua fase di
“dittatura del proletariato”) ma anche la repubblica democratica, intesa come
forma di tirannide ordita dalla borghesia a discapito di tutti gli altri ceti;
a questo punto si obietterà che, nell’ambito della repubblica democratica,
ciascuno è libero ed uguale di fronte alla legge.A queste obiezioni si può,
molto semplicemente, rispondere che non ci sarà mai una reale uguaglianza
giuridica e politica finchè non vi sarà anche l’uguaglianza sociale.
Citazione fantastica vero??? ^__^ Eh si, secondo me Karl Marx era veramente un genio!! Fin da quando l'ho sfogliato, letto, sottolineato e studiato in filosofia al liceo, Marx, il Marxismo e la Teoria Marxista mi hanno sempre interessato ed incuriosito. Ultimamente mi sono circondata di vari articoli di giornali e tra Wikipedia e qualche altro sito trovato su internet, ho cercato di saperne di più, di approfondire la mia scarsa e superficiale conoscenza di questo argomento... E devo ammettere che ho trovato del materiale molto interessante che avrei piacere a condividere con voi!! Premetto che il mio è uno studio da autodidatta quindi, anche se è tutto materiale ufficiale, non vi garantisco che ne uscirà un post impeccabile... visto che alla fine è pur sempre frutto delle mie dita che corrono sulla tastiera ^__^ Altra piccola premessa altrettanto importante, visto l'argomento MOLTO vasto, dividerò il tutto in varie parti... ma soprattutto ci tenevo a dirvi che non riuscirò a toccare proprio tutti i punti, quindi mi scuso fin da subito se non sarò del tutto esauriente... Non avete idea in che "Cervellone" mi sto andando ad inoltrare, il materiale da lui trattato è talmente vasto, approfondito e complicato che non basterebbe neanche tutto il blog per riuscire ad affrontarlo interamente... E sinceramente, anche se la mia curiosità è molta, non lo è abbastanza da uccidermi di lavoro... perché è quello che ci vorrebbe, e già così diciamo che ne ho di materiale da studiare =D Quindi mi limiterò ad affrontare gli argomenti per me più interessanti!! Direi di iniziare dalla parte più pallosa, che dite?? Si, lo so... Diciamo che è quello che si studia a scuola, ma purtroppo è necessario come base per poter poi affrontare le prossime parti... Quindi ci tocca ^__^ Parlerò, in questa prima puntata (ihihihihXD... eh si questo ne implica molte altre, come vi avevo anticipato!! Quante volte, fino ad ora, mi avrete mandato a quel paese??? Vi avviso, è solo l'inizio ^__^ ...u.ù Adesso mi permetto anche di minacciare, mi sa che mi sto dando la zappa sui piedi =D) OK, mi sono ufficialmente persa!! ^__^ Dicevamo che.....mmmhh.... adesso la faccio finita e vi dirò finalmente di cosa parlerò =D Farò un excursus generale del suo pensiero, giusto per sapere in linea di massima cosa diceva e quindi avere anche un'idea un po' più chiara di cosa sia il Marxismo!! Poi le prossime volte passerò ad esaminare argomenti più particolari... Buona lettura :) P.S. Spero vivamente di non annoiarvi!! =D
IL MARXISMO SCIENZA DEL PROLETARIATO
Parlare di Karl Marx significa parlare del Marxismo. Il marxismo è una scienza, è la scienza del proletariato: la concezione teorica scientifica organica del proletariato. E' un'analisi globale della società che vuole "tradurre in atto quell'incontro tra realtà e razionalità che Hegel aveva solo pensato e che Marx si propone invece di attuare con la prassi, mediante l'edificazione di una nuova società".
Il marxismo non è una filosofia, è innanzitutto le scienze positive e naturali.
Marx pone alla base della storia il LAVORO, che è ciò che distingue l'uomo dall'animale.